Aggravi di pena per i datori di lavoro che non redigeranno il documento di valutazione dei rischi o di nominare un responsabile sicurezza.

Tra i Paesi europei l’Inghilterra, seguita dalla Svezia e dalla Danimarca, è quello in cui si registrano meno infortuni sul lavoro. Questo è reso possibile dalla messa in atto di un sistema di controllo secondo il quale gli ispettori del lavoro sono quotidianamente a contatto diretto con le imprese: la sicurezza pare, quindi, essere garantita dalla prevenzione e da un efficace sistema di verifica. L’Italia si posiziona circa a metà della classifica stilata, infatti ogni anno nel nostro Paese sono migliaia gli infortuni in cui ci si imbatte sul luogo di lavoro. Sebbene i dati INAIL segnalino che il tasso di questo tipo di incidenti nel 2016 sia calato del 40% rispetto a quello dell’anno precedente e che il numero di decessi sia diminuito della metà, la mortalità legata al lavoro resta un evento tanto penoso quanto frequente, basti pensare che nei soli primi due mesi del 2017 se ne contano oltre settanta casi.

Sono dette “morti bianche” come ad evidenziare l’assenza di una mano direttamente responsabile di queste perdite, tuttavia così non è, si tratta, in molti casi, di morti imputabili a persone fisiche. Nel 2008, con il decreto legislativo numero 81 è stato abrogato il nuovo testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro (TUSL) il quale, però, non è sempre osservato con diligenza, per questo motivo Giovanni Barozzino, capogruppo di Sinistra Italiana, è il primo firmatario del disegno di legge per l’introduzione, nel nostro ordinamento giuridico, del reato di omicidio sul lavoro e di lesioni personali gravi o gravissime sul lavoro. <<Il disegno di legge -spiega-  si inserisce nel solco del Testo unico 81 del 2008 sulla sicurezza dei lavoratori, confermandone il dettato ma inasprendo le pene in caso di colpa cosciente. In sostanza, chi, consapevolmente, provoca la morte di un lavoratore, deve assumersene in pieno la responsabilità, anche sotto il profilo penale>>. Aggravi di pena saranno previsti per quei datori di lavoro che mancheranno di redigere il documento di valutazione dei rischi o di nominare un responsabile della sicurezza. Nel caso specifico del condominio (in generale oltre il 19% delle morti bianche riguardano operatori del settore edile), il datore di lavoro, nella persona dell’amministratore, ha il dovere di assicurarsi che tutte le attrezzature, incluse le linee vita, siano a norma nel caso in cui sia necessario che un operaio acceda al tetto dello stabile.

<<Anche una sola vittima del lavoro infligge al corpo sociale una ferita non rimarginabile>>, ha asserito il Capo dello Stato, difatti in un Paese il cui primo articolo della Costituzione esalta il valore del lavoro, proprio sul lavoro dovrebbe essere vietato morire!