L’acqua è fonte di vita, per questo ci sono normative e direttive che definiscono i parametri delle acque potabili.

La chiamano “oro blu” tanto è preziosa! Sin da bambini si impara che l’acqua è sinonimo di vita, è un imprescindibile alleato di tutte le specie animali.

Per l’uomo l’acqua rappresenta una risorsa irrinunciabile non solo per uso esterno che ne viene fatto (cuocere in cibi, lavare cose e persone) ma soprattutto perché viene assunta come principale fonte di idratazione. Per questo motivo risulta fondamentale che l’acqua che viene introdotta nell’organismo non rechi danno ai tessuti o agli organi; in breve, è importante che sia potabile.

Facendo capo alla Direttiva Europea 98/83/CE che disciplina il campo delle acque potabili e che definisce i parametri analitici che l’acqua deve soddisfare per potere essere definita potabile, il Decreto Legislativo n. 31 del 02/02/2001e le successive modifiche regolamentano la potabilità delle acque nel nostro paese.

La normativa prevede che l’acqua potabile soddisfi i requisiti riguardanti:

  • Il pH, cioè la sua concentrazione di idrogeno, che deve avere un valore compreso tra i 6,5 ed i 9,5;
  • Il residuo fisso, che indica la quantità di sali minerali come sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruro, solfato e bicarbonato disciolti nell’acqua e che non deve essere superiore ai 1500 microgrammi per ogni litro;
  • La durezza, che indica la quantità di ioni calcio e di magnesio presenti nella soluzione acquosa il cui valore deve essere compreso tra i 15 ed i 50 Gradi Francesi;
  • La torbidità, ovvero la presenza di corpi solidi sospesi e/o sedimentabili nell’acqua, che deve essere nulla;
  • La purezza batteriologica, ovvero l’assenza di agenti patogeni che possono essere trasmessi all’organismo umano e che possono risultare altamente dannosi, persino mortali.

Le acque che rispondono a queste necessità sono considerate potabili, adatte quindi al consumo e all’uso domestico poiché risultano essere non nocive per la salute umana.